martedì 28 maggio 2019

I quaderni di Serafino Gubbio operatore

Nel testo di Pirandello, “ I quaderni di Serafino Gubbio operatore”, con titolo originale “Si gira”, evince il pensiero dell’autore circa il progresso. Viene presentato come disumanizzante, e in particolare, focalizza la sua attenzione, sulla condanna della cinepresa etichettata come “un grosso ragno nero in agguato”, nel quaderno quarto, paragrafo primo, pagina 35.
La cinepresa, ovvero lo strumento di lavoro di Serafino, viene descritto in tal modo. L’idea che il ragno nero sia ingaggiato fa pensare che la macchina rappresenta qualcosa di pericoloso e pauroso per l'uomo. 
Il libro narra le vicende di quest’uomo , Serafino, che preferisce ridursi ad accessorio, come una manovella della macchina o meglio ancora una sua protesi, piuttosto che abbandonarsi ai suoi sentimenti. Infatti nel quaderno primo, paragrafo secondo, pagina 5, si legge:
Che volete farci? Io sono qua. Servo la mia macchinetta, in quanto la giro perché possa
mangiare. Ma l'anima, a me, non mi serve. Mi serve la mano”. La macchina non ha bisogno di pensare o provare qualche sentimento per funzionare e fare il suo dovere, così anche l'uomo  che lavora per la macchina non ha bisogno di pensare, non necessita più dell'anima, deve solo servire la macchina con la mano".

In seguito si riportano due copertine del libro.

Copertina del libro- casa editrice: Feltrinelli
Questa copertina composta 
da uno sfondo monocromatico
giallo, presenta in primo piano una figura antropomorfa, in cui tuttavia si intuisce l'assenza di umanità: anzitutto per la posa assai rigida, robotica, e le parti del corpo squadrate, con forme innaturali geometriche, come una macchina, come un qualsiasi oggetto. Lo sguardo è inespressivo, distaccato, e gli occhi assomigliano a due piccole telecamere rosse puntate sull'obbiettivo. Ciò che risalta all’occhio dell'osservatore è che questa specie di automa con sembianze umane simboleggia come l'uomo venga rimpiazzato dalla macchina, o ancor meglio che egli ne venga divorato, diventando paradossalmente egli stesso uno strumento atto al funzionamento della macchina.



Copertina del libro- casa editrice: Mondadori
In questa di copertina ritroviamo particolarità negli occhi del personaggio. In questo caso sono raffigurate soltanto le concavità esterne, ma il bulbo oculare non viene raffigurato, come ad indicare una totale assenza di espressione, sentimenti e umanità, un annullamento totale della persona. I tratti del volto che si possono scorgere sono geometricamente definiti, dalla linea dei capelli, alla forma spigolosa del naso alle labbra, senza dimenticare la perfezione con cui sono disegnati i semicerchi raffiguranti le orecchie. Il tratto più caratteristico e significativo dell'immagine sono i tagli operati al volto. Quest'ultimo è stato diviso in tre parti, di cui le prime due a partire dall'alto hanno entrambe gli occhi, che puntano però in versi opposti come a indicare la macchina da presa che si muove da una parte all'altra in direzione orizzontale.



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